Da più di tre anni, il leader (ideologo e proprietario) del M5S attacca, con sistematica puntualità, i giornalisti a lui più invisi. Per farlo, Grillo utilizzava ed utilizza una “rubrica” sul suo blog (beppegrillo.it) intitolata “Giornalista del giorno”, nella quale critica articoli a lui sgraditi.

Tale attività critica di Grillo è assolutamente legittima, per carità. Condivido pienamente e rivendico con forza il diritto di critica. Ma la critica è cosa ben diversa dalla demonizzazione. Posso non essere d’accordo con questo o quel giornalista ma non ritengo sia giusto demonizzarlo, attraverso l’inserimento in quella che sembra una vera e propria lista di proscrizione.

Mi riferisco, ovviamente, all’elenco dei giornalisti “sgraditi” inviato dall’on. Luigi Di Maio al Presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, Enzo Iacopino. Nella lettera, Di Maio afferma “la libertà di stampa è un valore irrinunciabile per ogni Paese democratico”, parole sante che tutti sottoscriviamo, ma aggiunge: “ma altrettanto irrinunciabile è il rispetto della verità a cui ogni giornalista, per deontologia ed etica professionale, dovrebbe attenersi”. Quest’ultima affermazione che, solo apparentemente, risulta condivisibile, contiene in sé -a mio modo di vedere- il pericoloso germe autoritario di chi si erge ad arbitro assoluto della Verità.

Non si tratta, ovviamente, di difendere posizioni indifendibili di giornalisti che scrivono di notizie false, ma intendo porre l’attenzione su quanto sia pericoloso l’approccio di Di Maio.

Se un giornalista scrive una falsità e l’articolo è formulato in spregio ai doveri connessi all’esercizio del diritto di cronaca (cioè: verità oggettiva della notizia pubblicata; interesse pubblico alla conoscenza del fatto e correttezza formale dell’esposizione), chi si sente leso può, giustamente, adire l’Autorità Giudiziaria od anche il competente ordine professionale, affinché vengano accertate eventuali responsabilità.

All’esito del giusto procedimento intrapreso, sarà verificato se, effettivamente, vi sia stato abuso da parte del giornalista interessato.

Quello che, a mio modo di vedere, stride con le regole ed i principi liberali e democratici del nostro Paese è il fatto che da più parti, la critica ed il disappunto, si fermino ad una mera manifestazione di facciata, utile solo a favorire l’instaurarsi di un clima forcaiolo e giustizialista, che celebra “processi mediatici” e condanna il “colpevole”, fuori da qualsiasi garanzia di contraddittorio.

In questo contesto, rischia di inserirsi la “brillante” iniziativa ideata e promossa dalla regina incontrastata ed incontestabile del Politically Correct, mi riferisco ovviamente al Presidente della Camera dei Deputati, on. Boldrini, che promuove l’appello #bastabufale, con il quale viene auspicato maggiore impegno, da parte dei giornalisti e degli editori, nel fact checking, nel debunking e nella verifica delle fonti.

Strane convergenze tra la casta del Politically Correct ed il demopopulismo grillino.

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