In queste ore non si fa che parlare del servizio video, pubblicato nella homepage del New York Times (https://www.nytimes.com/), intitolato “How Italian Bombs Killed Yemeni Civilians”, nel quale viene spiegato “il percorso del commercio delle armi” che stanno insanguinando lo Yemen.

Nel video sono documentate varie esplosioni e vengono accostate le immagini del tranquillo comune di Domusnovas, nella provincia Sud Sardegna (dove vengono prodotte le bombe che sarebbero sganciate sulla popolazione dello Yemen) e di civili insanguinati e cadaveri di bambini in un non meglio specificato abitato Yemenita.

Dall’aprile del 2015 lo Yemen è insanguinato dalla guerra che vede da una parte la coalizione saudita, che appoggia l’ex presidente Abd Rabbin Mansur Hadi, deposto con un colpo di stato nel gennaio 2015, dall’altra le milizie Houthi sciite, che sostenevano l’ex presidente Alì Abdullah Saleh, ucciso nei primi giorni di dicembre.

A farne le spese, come sempre accade, la popolazione civile, colpita dai bombardamenti aerei della coalizione saudita, dalla fame e dalle malattie. La situazione è senz’altro gravissima e merita l’attenzione della comunità internazionale.

Nel video viene data molta enfasi alla notizia riguardante l’origine delle bombe e il quotidiano “mostra” anche le prove che questi ordigni, non vengono utilizzati soltanto per combattere le milizie Houthi sciite ma anche per colpire civili.

Il Diritto Bellico, che fa parte del diritto internazionale, prevede il divieto di aggredire intenzionalmente i civili e se fosse accertato che la coalizione saudita ha colpito e continua a colpire intenzionalmente i civili yemeniti, sarebbe certamente auspicabile un intervento delle Nazioni Unite.

Quello che non capisco e che, francamente, ritengo demagogico, è lo stigma tributato alla posizione dell’industria di armamenti sarda che esporterebbe i propri prodotti all’Arabia Saudita. Davvero non capisco quale sia il problema.

I Paesi europei che esportano più armi all’Arabia Saudita sono Francia, Germania e Gran Bretagna, ma questo il New York Times non lo dice. Lo scorso 13 settembre il Parlamento Europeo, su sollecitazione di Guy Verhofstadt dell’Alde e di altri gruppi parlamentari, ha approvato una risoluzione che chiede l’embargo sulla vendita delle armi in Arabia Saudita agli Stati membri, ma il Consiglio non ha ancora una sua posizione.

Indovinate chi sono gli stati che, nel Consiglio, si oppongono all’embargo? Bravi, avete indovinato, Francia, Germania e Gran Bretagna! Non l’Italia!

Allora mi chiedo, cui prodest questo servizio del NYT? Come mai il NYT non ha certificato con un bel video la filiera delle bombe francesi, tedesche ed inglesi? Forse perché gli interessi delle aziende di armamenti di questi tre paesi devono essere tutelati e l’industria bellica italiana deve invece essere penalizzata? Una cosa è certa: senza embargo internazionale, l’azienda italiana ha commercializzato i propri prodotti legittimamente e non è responsabile dell’uso che ne fa l’acquirente!

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